La poesia che segue è stata scritta in questi giorni. Vuole essere un commiato all’anno trascorso, l’augurio di essere in una zona di confine (e non di confinamento) con la mente ancora disposta all’attesa. Al termine dei versi l’audio della mia lettura.
Ricominciare dal tempo dell’attesa,
non tarda sospensione in zona blanda
e ammalata, ricovero all’offesa
del contagio, rafferma lontananza,
ma in equilibrio sul filo di frontiera
riavvicinarsi al mondo, confidare
nell’assetto diverso e lì sostare
ad un passo dal varco immacolato,
nel lucido confondersi dell’onda
sulla battigia, l’incompiuto disegno
del volo della nuvola che va
e non potrà arrivare. Ritornare
a quello che ancora non si sa,
l’incontro rimandato e conservato,
lo sguardo nella foto che è impegnato
a sostenere il vento, il tuo saluto
rimasto imprecisato nella mano.
Come sempre i tuoi versi confortano e aprono orizzonti nella mente. Parole come miele per l’anima. Grazie mille
🙏🏻🥂
Grazie Prof. Riesci sempre a farci sognare con le tue parole.
Un abbraccio
Saskia
Magnifico, tutto, è il tuo poetare, ma ciò che, nel suo libero andare,mi resta nella mente del cuore, è “l’incompiuto disegno/del volo della nuvola che va/e non potrà arrivare”. Magnifica anche la capacità del Sign.te (i continui enjambements) di semantizzare almeno ‘uno’ dei significati, ‘profondamente’ resi ‘impliciti’ :il desiderio di “abbracci” per avvicinarsi ad…abbracciare il ‘mondo’, ora che il mondo sembra sfuggirci.
Ed anche questa ‘sfuggenza’ è ‘incarnata’ dagli enjambements!
Che altro dire, se non che tutto questo è Poesia …vera!!? 👏🙏👍
Grazie, 🙏 caro Giuseppe, col mio lontano-sfuggente (ma partito dal cuore)…ABBRACCIO 🤗 🍀👱♀️
La voce del poeta da’ calore vivo alla poesia e incoraggia a “Ritornare a quello che ancora non si sa…”