La poesia pubblicata di seguito è inedita sia in volume che in rivista, su carta o in rete. Fa parte di una nuova raccolta che forse prima o poi pubblicherò. Segue il testo un file audio con la mia lettura dei versi. Le foto di copertina e nella pagina sono opera mia.
In alto quelle nuvole imprecise
che slittano abbaglianti in bella estate,
ballo di debuttanti in gonne e pizzi,
tanti svolazzi, movenze poco sagge
presto ridotte a frange indefinite,
fronzoli periferici a ponente,
sanno che vita è prenderla alla larga,
non impegnarsi in strada troppo esatta,
sentiero pertinente, sconfinate
le nuvole rimangono distanti
sempre associate, sempre all’occorrenza
pronte a sfaldarsi per non precipitare
in rigagnoli, in ardue mulattiere,
pronte a sfinirsi per non essere uguali
a nessun’altra, vanno in permanenza
attratte dal presagio che le inchioda
a non avere centro né ritorno,
solo pellegrinaggio sottovento
e sbuffo veleggiante, nel respiro
lo sbandamento della distruzione,
il bianco che si sbriciola e scolora,
la lezione dell’infiorettatura
che non esiste in sagoma perenne
ma solo in sottigliezza vagheggiante,
fedele imperfezione che non dura.
Nuvole come vite in un cielo schermo su cui il bianco è un continuo andare e variare. Vibrante la lettura e la materia vocale!
Splendida. Sentita dal vivo a Castel di Fiori, molto suggestiva.
Caro Giuseppe, questa tua poesia mi piace davvero molto! Molti anni fa anch’io ho scritto una intera raccolta di poesia dal titolo “delle nuvole”.
Grazie di cuore per questa tua preziosa condivisione, mille complimenti e vivissimi auguri, con tanto affetto