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La Vallisneria o la tragedia dell’amore

Il brano che segue, che è possibile anche ascoltare in audio nella mia lettura, è tratto da L’intelligenza dei fiori di Maurice Maeterlinck (Elliot). Secondo il premio Nobel per la letteratura le nozze di questa pianta acquatica “costituiscono l’episodio più tragico della storia amorosa dei fiori”.

La Vallisneria è un’erba abbastanza insignificante, che non ha nulla della strana grazia della Ninfea o di certi grovigli di foglie sottomarini. Ma si direbbe che la natura si sia divertita destando in essa un’incredibile idea. Tutta l’esistenza della piccola pianta trascorre sul fondo dell’acqua, in una sorta di dormiveglia, fino all’ora nuziale, quando aspira a una nuova vita. Allora, il fiore femmina srotola lentamente la lunga spirale del suo peduncolo, sale, emerge, svetta e sboccia sulla superficie dello stagno. Da un fusto vicino, i fiori maschi che l’intravedono attraverso l’acqua soleggiata, si sollevano a loro volta, pieni di speranza, verso colei che oscilla, li aspetta, li attrae in un mondo magico. Ma arrivati a metà strada, i fiori maschi si sentono bruscamente trattenuti: il loro stelo, la fonte stessa della loro vita, è troppo corto: non raggiungeranno mai il soggiorno di luce, il solo in cui può realizzarsi l’unione degli stami e del pistillo.

È, nella natura, una negligenza, o una prova crudele? Immaginate il dramma di questo desiderio, l’inaccessibile che si arriva ad accarezzare, la fatalità trasparente, l’impossibile senza che ci sia ostacolo visibile!

Sarebbe un dramma irrisolvibile, come il nostro su questa terra; ma ecco che interviene un elemento inaspettato. I maschi avevano avvertito il presentimento del loro fallimento? Resta il fatto che chiudono nel loro cuore una bolla d’aria, come si chiude nell’anima un pensiero di disperata liberazione. Si direbbe che per un istante esitino; poi, attraverso uno sforzo magnifico – il più prodigioso che io conosca tra i fasti degli insetti e dei fiori – per elevarsi fino alla felicità, essi rompono deliberatamente il filo che li lega all’esistenza. Si staccano dal loro peduncolo e con slancio eccezionale, tra piccole perle di allegria, i loro petali vanno a perforare la superficie dell’acqua. Feriti e morte ma radiosi e liberi, galleggiano un istante a fianco delle loro spensierate fidanzate; l’unione si compie, dopo di che i sacrificati vanno a morire alla deriva, mentre la sposa già madre chiude la sua corolla dove vive il loro ultimo respiro, avvolge la sua spirale, e ridiscende nelle profondità per coltivare il frutto dell’eroico bacio.

da L’intelligenza dei fiori di Maurice Maeterlinck (cura e traduzione di Giuseppe Grattacaso), Elliot edizioni

© Lit edizioni

Foto: Giuseppe Grattacaso

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