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Confidenze da un luogo familiare

di Massimo Daviddi

 

Giuseppe Grattacaso, Salerno 1957, ha al suo attivo diverse raccolte di poesia;  ‘Devozioni’ (Ripostes Salerno 1982), ‘Se fosse pronto un cielo’, (Il Catalogo, Salerno 1991), ‘L’attimo dopo’ (Nuova Libra Editrice, 2003) e la piu’ recente, ‘ La vita dei bicchieri e delle stelle’, (Campanotto Editore, 2013).

L’esito della sua poesia, è racchiuso in un mirabile universo costantemente in movimento, sia nei luoghi della rappresentazione quotidiana, bicchieri, olio, finocchi gratinati, un piatto di spaghetti, (nel tempo delle stagioni che siamo e viviamo), sia nello spazio siderale; astri, luna, pianeti.

Lo sguardo, in ogni passaggio poetico è misura per accostarsi a quanto di lontano ci possa essere nella vicinanza, (o di non detto) e a quanta vicinanza ci sia in cio’ che è lontano, per un gioco che solo la capacità di accostare cose diverse (noi che le guardiamo ne siamo contemporaneamente osservati),  puo’ dare a tutti noi, sorprendendoci. Che è per l’autore, lo stesso sentimento  provato nel dirci quanto si possa vivere desiderando e quanto fugace sia il possesso, ottenuto l’oggetto del desiderio.

La vita stessa, è un allenamento, “Non vuole il cuore/pero’ avvertire ipotesi di resa, minacce di disfatta all’avanzata/del generale Tempo. Non vorrai mica/arrenderti a questo inconveniente,/dice, adattarti allo sfinimento/del corpo e della mente,/finora abbiamo fatto allenamento”. Emerge anche, nell’oscillare dell’uomo solo con se stesso, nonostante amici, amore e affetti , la solitudine costante che avvertiamo in noi;  meglio osservare, stare , essere consapevoli che un gesto è già una cosa compiuta, un percorso seppur piccolo. “Se trattengo la sfera con il piede,/scarto di lato e poi lancio la palla/che con certa parabola si stampa/sopra la fronte del compagno in area,/a che serve se arranco a centrocampo/appena alla metà del tempo/e m’affatica spingere le gambe/ al tackle piu’ deciso?/”. Non solo perché tutto finisce presto, ‘Perché finisce tutto cosi’ presto?’, ma perché tutto è già avvenuto: ‘io forse c’ero/c’ero e non c’ero,/forse ero distratto/stavo nascosto, mi saro’ assopito/ma tutto quanto di certo è già accaduto/.

 

Acp Network, 2014

 

 

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