La pubblicazione delle opere di Tiziano Terzani nella prestigiosa collana dei Meridiani di Mondadori mi sembra confermi con evidenza quello che scrive oggi Roberto Calasso sul Corriere. Calasso di fatto afferma che non esiste una vera politica editoriale che distingua l’una dall’altra casa editrice. Gli editori si contendono i nomi che ritengono possano avere mercato, incappando in qualche clamoroso flop, ma comunque proiettati in una corsa all’acquisto che prescinde da ogni progetto culturale. Sta di fatto, insomma, che le scelte relative alle pubblicazioni vengano determinate più dai distributori che dagli editori.
Che c’entra Terzani con questo discorso? Mi sembra che la presenza delle Opere(in due volumi!) del giornalista fiorentino nella collana mondadoriana dimostri come non esistano nemmeno differenze tra una collana e l’altra di uno stesso editore. I Meridiani non sono infatti la collana che, sull’esempio della francese Bibliotèque de la Pléiade, dovrebbe raccogliere in volume le opere dei maggiori scrittori e poeti italiani e stranieri? Con tutto il rispetto per quello che è stato sicuramente un grande giornalista e un acuto lettore della società contemporanea, siamo sicuri che Terzani sia stato incluso nella collana per i suoi meriti letterari e non perché è uno degli autori attualmente più venduti?
Dal catalogo dei Meridiani sono assenti tuttora alcuni tra i maggiori poeti del Novecento, che pure pubblicarono le loro raccolte nell’altrettanto (almeno allora) prestigiosa collana de Lo Specchio. Sto pensando, ad esempio, a Bartolo Cattafi, a Rocco Scotellaro, a Leonardo Sinisgalli (a cui questo blog è idealmente dedicato, visto che Mosche in bottigliaè il titolo di una sua raccolta). I libri di questi poeti possono essere reperiti solamente, e con qualche difficoltà, nelle librerie antiquarie. Ad Alfonso Gatto è stato dedicato nel 2005 uno degli Oscar Grandi Classici, con una bella introduzione di Silvio Ramat. Non è un Meridiano, ma ha la copertina cartonata.