Ho riletto in questi giorni Cortile a Cleopatra di Fausta Cialente, un romanzo che riesce ancora a suscitare in me una grande emozione e che è in buona parte dimenticato. Dall’esigenza di far conoscere il libro (la scrittrice del resto non ha trovato nessuna accoglienza nell’insegnamento scolastico, come buona parte della letteratura del Novecento) nascono i due video nei quali leggo alcune pagine del romanzo, scritto nel 1931 e pubblicato per la prima volta dall’editore Corticelli nel 1936, dopo il rifiuto di Mondadori (seguiranno poi le edizioni Sansoni, Feltrinelli, Garzanti, e finalmente Mondadori).
Fausta Cialente nasce a Cagliari nel 1898 e dopo aver vissuto in varie città italiane (il padre era ufficiale dell’esercito) si trasferisce in Egitto all’inizio degli anni Venti, per seguire il marito, il compositore e agente di cambio ebreo Enrico Terni. I due vivranno a Alessandria.
Cleopatra, a cui si riferisce il titolo del romanzo che farà conoscere la scrittrice a un pubblico vasto e confermerà l’interesse della critica, è un sobborgo di Alessandria. Nel romanzo si respirano le atmosfere della città, cosmopolita, vivace e in buona parte misera.
Già nel 1927, sempre a Alessandria d’Egitto, ma con ambientazione italiana, Cialente aveva scritto il romanzo Natalia, che dopo che fu esaurita la prima tiratura di tremila copie, non venne ristampato, in quanto la scrittrice non accolse i due tagli voluti dalla censura del regime fascista: uno riferito a una scena d’amore lesbico, l’altro, a detta del censore, in quanto le pagine contenevano una svalutazione della vicenda di Caporetto. Scrive anche diversi racconti, nei quali emerge una chiara e già avanzata coscienza femminista, dovuta in parte anche al sodalizio, intanto sviluppatosi e consolidatosi, con Sibilla Aleramo.
Durante il secondo conflitto mondiale, nel 1940 si trasferisce clandestinamente al Cairo, per partecipare alla lotta contro il nazi-fascismo collaborando alle trasmissioni di Radio Cairo.
Pubblica un nuovo romanzo solo nel 1961, Ballata levantina, in cui viene riproposta l’ambientazione mediorientale. Nel 1976 (ha ormai settantotto anni) vince il premio Strega con Le quattro ragazze Wieselberger. Wieselberger è il cognome della madre Elsa, che apparteneva a un’agiata famiglia triestina.
Questo breve scritto e le letture in video che propongo sono un invito a leggere le opere di Fausta Cialente, ripubblicate in tempi recenti dagli editori Nottetempo e La Tartaruga.