Il protagonista di Atti mancati, primo romanzo di Matteo Marchesini, è un trentatreenne che si sente a proprio agio solo tra libri e redazioni di giornali, sempre impegnato a scrivere recensioni e a progettare saggi, ma da qualche tempo indifferente di fronte alla vita, incapace anzi di accettare il rischio che essa impone, l’impegno che richiede anche di fronte alle sue minime, quotidiane manifestazioni. Marco Molinari è micidiale sulla carta, ma aleatorio quando parla, come dirà a un certo punto della vicenda Lucia, con cui Marco ha vissuto un’intensa storia d’amore, poi naufragata proprio di fronte alla volontà di lui, improvvisamente emersa, di rifiutare la vita e i suoi pesi. “Hai bisogno di tanto tempo vuoto davanti a te… Per farne che, poi? Sfrondi, sfrondi, e cosa rimane?” gli dice Lucia. Marco è inadeguato di fronte al presente, ma non aspira nemmeno a ricostruire il passato, a ricomporre le ragioni che lo hanno condotto alla sua scelta. E dal passato appunto riemergono il professore Bernardo Pagi, che un tempo era stato il punto di riferimento culturale di Marco, il ricordo di Ernesto, l’amico caro morto in un inspiegabile incidente stradale, Davide, il fratello di Ernesto, che ne ha quasi rubato la fisionomia ma vive in una casa di cura per malattie mentali, e soprattutto Lucia, che ritorna a Bologna con il carico di una malattia incurabile.
Sono personaggi che hanno scelto di “sparire”, di vivere in disparte, come Pagi che si è rifugiato in un borgo dell’Appennino tosco-emiliano. Solo Lucia, che pure è affaticata dalla malattia e condannata alla morte, cerca una verità, si affanna per comprendere quello che succede intorno a lei e agli altri, soprattutto vuole ricostruire un passato che Marco sembra aver cancellato, il cui ricordo vuole ad ogni costo evitare. Solo Lucia è animata da un sentimento vitale, solo lei guarda al presente come un luogo della mente dove è possibile ricomporre il passato e costruire il futuro.
Lucia avvia una sorta di prova di forza con Marco, indotto in qualche modo, malgrado la propria riluttanza, a guardare dietro, a liberare la propria vita dalla patina di nebbia che la avvolge, a fare emergere dal passato un segreto che dia conto del suo rinunciatario stato d’animo.
Marco Marchesini, critico letterario che collabora con vari quotidiani ed ha già al suo attivo opere saggistiche e di poesia, manovra la materia narrativa con abilità e consapevolezza, spingendo a volte il lettore sul terreno dell’attesa e della sospensione, per poi deviare verso la confessione psicologica e l’analisi della condizione generazionale. Il personaggio protagonista, che è il narratore della vicenda, tende, come è nel suo modo di intendere la vita, a dire molto, negando però allo stesso tempo una verità che possa soddisfarci, cambiando spesso la prospettiva e portandoci in questo modo verso uno scioglimento finale di grande e struggente intensità.
L’ossessione di Marco è un romanzo che non riesce a concludere, anzi che rappresenta il peso incompiuto e indeterminato della propria vita. Ma c’è anche un altro romanzo che non è stato finito: è quello di Ernesto. Proprio in quelle pagine che non sono sua opera, Marco sembra ritrovare una parte di sé che non riesce a confessare. “Strana faccenda – dice il protagonista – io, che a differenza di lui ho tanta ansia di restare, di dire tutto, per qualche oscura ragione continuo a coltivare una prosa che non ha fori da cui possa sgorgare una ‘spontanea’ riflessione”.
Atti mancati è anche un romanzo sulla sofferenza della creazione artistica, sul difficile e tormentato rapporto tra scrittura e vita. Marco Molinari è una sorta di novello Zeno Cosini, disposto a spendere le sua parole per continuare a girare intorno a se stesso, per scavare senza mai veramente puntare alla profondità. I suoi “atti mancati” nascondono del resto l’ansia di una generazione alla ricerca di se stessa, mentre intorno i punti di riferimento svaniscono, i maestri si dileguano e le richieste di quanti sono intorno spingono verso l’annebbiamento e la rinuncia.
(pubblicato sul sito Giudizio Universale)