È in libreria dal 4 aprile il mio nuovo libro di poesia Dei vertebrati, degli invertebrati, edito da Interno Poesia.
Pubblico di seguito la descrizione, presente sulla pagine della casa editrice dedicata al volume (https://internopoesialibri.com/libro/dei-vertebrati-degli-invertebrati/) e una delle poesia della prima sezione.
I vertebrati e gli invertebrati protagonisti delle poesie di questo volume sono animali, vegetali, ma anche nuvole, stelle, bicchieri, tutto quanto di animato e inanimato popola il nostro mondo. La poesia di Giuseppe Grattacaso scopre relazioni profonde e affinità imprevedibili, nella convinzione che ogni essere e ogni cosa siano agli altri legati da un comune destino. Ne deriva la sorprendente rivelazione di essere parte di un universo disordinato e senza scopo, eppure in qualche modo denso di significati e di sorprese. Con un fraseggio musicale, scandito dal ritmo degli endecasillabi, e un lessico controllato, popolato di immagini visionarie che veicolano spericolate e solide riflessioni sulla nostra presenza nel mondo, i versi ci portano dentro un paesaggio in cui siamo costretti a smarrirci e a ritrovarci, a ignorarci e a uscire allo scoperto: «siamo, la margherita, la verbena / il giglio, l’erba, la lattuga, poi / la polvere dispersa che dimentica / d’essere stata un tempo l’esistenza / della mano, dell’occhio, ora minima / presenza, particella, micrometro, / che un giorno nel cammino incontrerà / asteroide o fango o nucleo di cometa / e si disperderà prossima al sole».
Noi siamo corpo umano e siamo assenza,
il mondo immateriale senza trama,
a tratti solo odore, noi la grazia
della pigra movenza vegetale
e del trasalimento siderale,
siamo il cammino sul filo della lama,
avviso o preveggenza sul discrimine,
colmo bagaglio di pluralità,
materia resistente e sospensione
che difetta di peso, l’attitudine
a non essere vita ineccepibile,
l’istante solitario e il moto eterno,
cosa da farsi, questione in divenire
tra l’alito e il macigno, tra la polvere
e lo stato animale, evanescente
luogo presente, vita traboccante.
La foto di copertina è di Giuseppe Grattacaso
Ho terminato di leggere l’avvincente libro di poesie “Dei vertebrati, degli invertebrati” e mi è piaciuto molto.
“…La rosa affine la conosce il bombo, la coccinella saggia, l’ape aliena che preme e si dilegua, là rimane il fiore dove è nato, conficcato nel suo destino…”- Poesia delle cose buone, di fiori, di oggetti, di verdure che sono personificazioni legate all’attimo, allo scorrere del tempo, al destino.
Vegetali, animali, nuvole, elementi naturali, stelle, oggetti quotidiani, esseri viventi e non si affollano in un mondo materiale e immateriale, in un girotondo di sensazioni, in una vita senza trama.
Relazioni, affinità, corrispondenze caratterizzano i testi tra presenza e assenza.
Lo scorrere ineluttabile del tempo è presente in questo gioco chiamato vita anche in un mese di Aprile tra un” carosello delle cose sane e di quelle vane”.
Complimenti!
Sabrina