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Buon Anno da Carlos Drummond de Andrade

Per salutare il 2013 e augurare ai venticinque lettori di questo blog un anno felice ho scelto una poesia di Carlos Drummond de Andrade, dal titolo inequivocabile di Passagem do ano, appunto Capodanno.
Carlos Drummond de Andrade
Drummond de Andrade è un poeta brasiliano tra i più importanti del secolo scorso. Era nato il 31 ottobre del 1902 a Itabira, una piccola città dello stato di Minas Gerais. Ha vissuto a Belo Horizonte e, dal 1934 fino alla morte, a Rio de Janeiro. E’ morto nel 1987.
E’ questa una poesia di tono pacato e di velata e struggente ironia, di composta malinconia: caratteristiche che contraddistinguono quasi sempre l’opera di Drummond de Andrade. Il poeta è affacciato sulla vita, che guarda con sguardo appassionato e disilluso. Tutte le risorse sono necessarie, tutti i trucchi, e tra questi soprattutto la poesia, sono utili a guardare avanti, a masticare la vita, ma nessuno veramente serve.
La traduzione è di Antonio Tabucchi, che proprio nell’anno della morte di Drummond de Andrade, curò una breve antologia per Einaudi.
Capodanno
L’ultimo giorno dell’anno
non è l’ultimo giorno del tempo.
Altri giorni verranno
ed altre cosce e ventri ti comunicheranno il calore della vita.
Bacerai bocche, strapperai delle carte,
farai viaggi e celebrerai talmente tanti
compleanni, lauree, promozioni, dolci morti con cori e sinfonie,
che il tempo ne sarà pieno e non sentirai lo strepito,
gli ululati irreparabili
del lupo, nella solitudine.
 
L’ultimo giorno del tempo
non è l’ultimo giorno di tutto.
Rimane sempre una frangia di vita
dove possono sedersi due uomini.
Un uomo e il suo contrario,
una donna e il suo piede,
un corpo e il suo ricordo,
un occhio e la sua luce,
una voce e la sua eco,
e chissà perfino se Dio…
Accetta con semplicità questa casuale offerta.
Meriti di vivere ancora un anno.
Vorresti vivere sempre centellinando la feccia dei secoli.
Tuo padre è morto, tuo nonno è morto.
Anche in te molte cose sono morte, altre tengono d’occhio la morte,
ma sei vivo. Ancora una volta, vivo,
e col bicchiere in mano
aspetti di albeggiare.
Il trucco di una sbornia,
Il trucco di balli e schiamazzi,
il trucco dei palloncini,
il trucco di Kant e della poesia.
Tanti trucchi: e nessuno serve.
Sorge il mattino di un anno nuovo.
Le cose sono lustre, a posto.
Il corpo liso si rinnova di spuma.
Tutti i sensi svegli funzionano.
La bocca sta masticando vita.
La bocca è intasata di vita.
La vita cola dalla bocca,
impiastriccia le mani, il marciapiede.
La vita è pingue, oleosa, mortale, surrettizia.
 
 
 

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